Dimentica concorsi, manifestazioni in piazza e concerti. Scegli il tuo posto preferito, quello in cui ti rilassi e recuperi le energie. Resta da solo o condividi il momento con chi ami. Poi stappa una Tarì.
Per un momento di degustazione come questo non serve essere esperti, basta essere appassionati.
E se durante l’anno ti raccontiamo stili, tecniche e abbinamenti è solo per farti vivere pienamente il momento in cui sorseggerai la tua birra artigianale preferita.
Il primo senso ad attivarsi sarà la vista, poi a seguire l’olfatto, il gusto e infine il tatto.
Le sensazioni che ti restituirà la tua birra già dal primo sorso saranno fondamentali. E probabilmente alcuni di questi aspetti ti colpiranno particolarmente, come i profumi o la corposità della schiuma. Ma hai mai provato a usare l’udito?
Lo scenario che ti abbiamo descritto in apertura è quello di una degustazione appartata, un contesto quasi intimo in cui vorremmo provassi a coinvolgere il senso che molti tendono a escludere quando parliamo di beverage, l’udito.
Ci sono almeno due momenti in cui l’udito può aggiungere un dettaglio importante.
Il primo coincide con il gesto di aprire e versare la birra nel bicchiere, azioni che anticipano la bevuta (e in alcuni casi aumentano la salivazione…) e che hanno un valore psicologico molto importante per tutte le sensazioni positive innescate dalla loro musicalità unica.
Il secondo segue subito dopo e si tratta di una contemplazione… sonora!
Dopo esserti accertato della tua solitudine, avvicina l’orecchio alla birra appena versata e goditi il sound.
Se accanto a te non hai amici fidati, ecco come descrivere scientificamente le tue azioni. Lo “scoppiettare” della schiuma indica i livelli di carbonazione, cioè la quantità di anidride carbonica che si è creata durante la rifermentazione in bottiglia. Da una schiuma lievemente rumorosa a una tumultuosa potresti scoprire suoni che non immaginavi esistessero.
Non solo. Non sei curioso di sapere se le nostre Tarì hanno tutte lo stesso sound?
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